Periscopio n°15

Periscopio n°15

 

Sellerio pubblica "Ritorno dall'universo" di Stanisław Lem : il ritorno sulla terra di Hal Bregg, una sorta di avatar dell'autore, dopo un viaggio spaziale che, per le leggi della relatività, ha impegnato dieci anni di vita del protagonista e circa centocinquant'anni nell'evoluzione del pianeta. Un sopravvissuto ad esperienze inenarrabili, alle prese con un mondo completamente cambiato. Complice il centenario della nascita, 12 settembre 1921, c'è un gran ritorno in libreria del polacco Stanislaw Lem. A nessuno importa granché del genetliaco di un autore ma da un po' di tempo è invalso l'uso, in editoria, di celebrare compleanni come se piovesse. Occasione per parlare dello scrittore tal dei tali, per comunicare, sollevare attenzione, proporre un evento, vendere un pugno di copie in più. "E' il mercato, bellezza!" funestato dai social, certo. Ma Lem, dall'alto della sua prolificità narrativa, sempre sostenuta da rigore scientifico, e delle sue vagonate di copie vendute nel mondo, non avrebbe bisogno di recuperi disparati e antologie massive. Semmai, come sta facendo meritoriamente Sellerio, con la collaborazione di un profondo conoscitore della letteratura polacca qual'è Francesco M. Cataluccio, del salvataggio della sua statura di scrittore dal mare magnum della produzione di genere. Dispersa, almeno in Italia, nelle mille edizioni non sempre accurate che si sono succedute nel tempo. Appannate dal relativo successo delle riduzioni cinematografiche tratte dal suo libro più famoso, Solaris. Ora Sellerio pubblica, dopo un Solaris integrale e L'Invincibile, Ritorno dall'universo: il ritorno sulla terra di Hal Bregg, una sorta di avatar dell'autore, dopo un viaggio spaziale che, per le leggi della relatività, ha impegnato dieci anni di vita del protagonista e circa centocinquant'anni nell'evoluzione del pianeta. Un sopravvissuto ad esperienze inenarrabili, alle prese con un mondo completamente cambiato. Pacificato, perché l'aggressività viene ormai eliminata alla nascita e domina la moderazione dei costumi e dei sensi nell'oblio del passato. La schiavitù del lavoro delegata ad una miriade di robot, rapidamente rottamati e sostituiti in continuazione. Il potente artificio retorico del "ritorno" si scioglie nel confronto tra un deraciné e la società dell'uomo nuovo terribilmente simile ad un cosmo concentrazionario. Probabilmente la stessa sensazione che avrebbe provato l'ebreo Lem se, lasciata Cracovia dove si risolse a vivere nel 1945, fosse tornato nella multiculturale città natia di Leopoli "pacificata" da uno dei più terrificanti progrom della storia per mano ucraina e tedesca. Scelse di rimanere nello "spazio", ad indagare la natura umana con le sue parodie di scienza fantastica.